L’ ANSIA ED I SUOI MODI DI FARSI NOTARE SUL CORPO

Siamo esseri umani e come tali, soggetti a tante emozioni che spesso si tende a suddividere in belle e brutte, buone e cattive, negative e positive. Non amo questo modo di vederle, piuttosto mi piace pensare ad esse come a delle energie che, qualunque sia la loro natura, possano trasformarsi, se accolte e ben canalizzate, in “benzina” per realizzare quello che siamo e che vogliamo.
Succede cosi anche per l’ansia e la preoccupazione, soprattutto in un periodo come quello degli ultimi due anni che ci ha visti protagonisti, chi più chi meno, di eventi che hanno messo alla prova la capacità di ognuno a guardare al futuro con un atteggiamento positivo e propositivo.
Per il tipo di lavoro che svolgo sono di frequente osservatrice di come il corpo sia manifestazione della tendenza di molti a reprimere certe emozioni che, avendo, comunque, bisogno di trovare sfogo, lo fanno nella somatizzazione di sintomi specifici. In altre parole tutte le emozioni che proviamo, ma di cui siamo poco coscienti o che abbiamo difficoltà ad esprimere liberamente, si manifestano sotto forma di sintomi fisici, quasi sempre con lo scopo di rendercene consapevoli cosi da poterle trasformare ed “usare”.
E l’ansia non è da meno. Ho notato che molte delle persone che, per lavoro, mi hanno contattata negli ultimi mesi lo hanno fatto per cercare aiuto in relazione a sintomi fisici simili e tutte, o
quasi, avevano in comune l’aver vissuto stati d’ansia o preoccupazione molto evidenti che si sono accentuati al termine delle restrizioni imposte dalla situazione attuale e in concomitanza con il ripristino delle loro attività lavorative e sociali. Ricordo in particolare una signora (A.) che lamentava un dolore alla nuca, forti mal di testa e attacchi di ansia che le provocavano  tachicardia, senso di oppressione alla gola e respiro affannato. La prima cosa che mi ha raccontato è di come si fosse sorpresa che questo suo stato psicofisico fosse comparso proprio quando aveva ripreso ad andare a lavoro e a frequentare le lezioni di ballo, mentre durante il periodo in cui era stata a casa da sola non aveva avuto sintomi particolari. Nel momento in cui con la mente si era detta che ormai il “pericolo” era passato è li che i sintomi si sono evidenziati.
Curioso vero?
Eppure è così che funziona: A. aveva provato ansia e paura durante il periodo in cui era costretta a casa ma non ne era stata pienamente cosciente, anche perché presa da tante cose da affrontare in un momento cosi particolare.
Attivandosi per far fronte a ciò che di pratico stava vivendo ha messo da parte le sue reali emozioni, che, comunque, “lavoravano” in profondità. Nel momento in cui ha potuto rientrare nella vita sociale, tali emozioni hanno potuto prendere spazio li dove prima non lo avevano e si sono espresse nella loro interezza, libere dal freno dei mesi precedenti in casa.
Accade spesso che le emozioni non ascoltate per tanto tempo vengano a galla in maniera ridondante attraverso sintomi così evidenti come quelli di A. Soprattutto quando l’emozione che li ha provocati è collegata ad eventi che risalgono ad un tempo molto più lontano di quello che si
immagina.
E’ quello che è successo ad A.: rimanere in casa l’aveva inconsciamente riportata ad una condizione in cui si sentiva sola, triste, e spaventata ma alla quale non poteva far fronte, similmente al periodo in cui da piccola era rimasta a casa con la mamma senza il papà e senza poter uscire. A. ,presa dai problemi pratici del momento non aveva preso coscienza di ciò. Al rientro al lavoro , però, il sentire della “piccola” ha trovato il modo di farsi ascoltare.
Attraverso un lavoro specifico sul corpo A. ha potuto “farla parlare” liberando le sue emozioni e favorendo cosi la guarigione dei sintomi.
Sono molti i modi in cui l‘ansia e le preoccupazioni fanno parlare il corpo: una tensione ai muscoli della nuca e del collo può nascondere la paura di non riuscire a avere il controllo su una serie di eventi che ci preoccupano; un cattivo funzionamento dello stomaco può parlarci delle tensioni che viviamo in una situazione che non ci fa sperare in una buona risoluzione; problemi agli occhi possono raccontare della difficoltà di vedere un futuro sicuro; una rigidità alle spalle può indicare la tendenza a caricarsi delle preoccupazioni degli altri; un dolore alla schiena evidenzia la paura di non essere sostenuti dalla vita o di dover affrontare i “pesi” da soli.
In ognuno di questi casi l’ansia rappresenta quell’energia repressa e nascosta nel corpo che, se adeguatamente accolta, riconosciuta e trasformata, altro non è che entusiasmo da agire al servizio dei propri sogni.



A cura di Tiziana Polli Fisioterapista esperta di Metamedicina e Radioestesia