Allungare i muscoli può voler dire anche far riemergere emozioni nascoste

La tua postura dipende da come usi il corpo, dai movimenti che fai o che non fai, dalle posizioni che assumi.
Dipende, però, anche dai pensieri che hai, dalle emozioni che provi.
Ogni tuo stato d’ animo viene registrato nei muscoli che quindi saranno forti, elastici, flessibili oppure deboli e rigidi a seconda del tipo di esperienza che vivi.
Le emozioni influenzano la postura del tuo corpo, e la postura influenza il tuo “sentire”.
Perciò, quando fai esercizi specifici per migliorarla, tenere conto di quanto appena letto può aiutarti ad avere risultati migliori e più duraturi e a renderti consapevole di come
agire sull’ intero per modificare l’esterno.
Vediamo come.

 1. Prima di tutto RESPIRA:

La respirazione diaframmatica è importante perchè:
- un diaframma elastico permette ai muscoli come lo psoas ed il quadrato dei lombi di rimanere flessibili migliorando la postura a livello lombare e di conseguenza cervicale
- riduce lo stress inducendo un rilassamento fisico e mentale
- provoca un massaggio naturale dei visceri migliorando il funzionamento dell’apparato digerente
- contraendosi il diaframma facilita il movimento di sangue verso i polmoni e quindi l’ossigenazione
- aumenta la vitalità

Puoi metterlo in pratica utilizzando questo esercizio di base:
Sdraiati a pancia in su, con le gambe piegate ed i piedi poggiati a terra, poggia le mani sulla pancia, prendi aria con il naso immaginando di mandarla nella pancia che si gonfia facendo sollevare le mani. Espira con la bocca lentamente mentre la pancia si sgonfia. Esegui tutto con molta calma e concentrazione per qualche minuto. Man mano che procedi osserva come ti senti.
Fisicamente: i muscoli si rilassano? Senti rigidità o dolori? La respirazione sembra bloccata? Riesci a fare entrare poca aria, non riesci a farne uscire molta?...
Mentalmente ed emotivamente: ti senti più rilassato/a o sopraggiunge un senso di agitazione ed ansia? Hai mille pensieri che si accavallano nella testa o la mente piano piano si calma? Hai la sensazione di volere continuare o ti irrita in qualche modo fare l’esercizio ancora per un pò?

E ora aggiungi qualcosa:
ripeti l’esercizio ma questa volta nel momento di espirare vocalizza la lettera “a” (come per cantare) immaginando che il suono arrivi dalla profondità della pancia. Fallo finché l’aria inspirata si esaurisce e la pancia si sgonfia. Puoi ripetere con tutte le altre vocali. Mentre lo fai osserva se provi delle emozioni, se arrivano pensieri, ricordi, immagini. Accade qualcosa al corpo nel frattempo? Avverti sensazioni particolari, formicolii, dolori, rigidità o altro? Se la risposta è ripeti la vocalizzazione visualizzando che il suono arrivi in quella parte del corpo o che esprima quella data emozione. Finito l’esercizio distendi le gambe, metti le braccia lungo i fianchi e rilassati ad occhi chiusi per il tempo che ritieni adatto a te.

 2. Dalla respirazione all’ ALLUNGAMENTO:

Sdraiati a terra a pancia in su, distendi le gambe verso l’alto appoggiandole ad una parete (formando un angolo di 90° con il tronco) in modo che possa tenerle più facilmente in posizione. Le braccia sono un pò staccate dal tronco e con i palmi delle meni rivolti verso l’alto. Il mento è rivolto verso lo sterno, i piedi a martello. Rimani per qualche minuto nella posizione senza andare oltre il tuo limite di sopportazione e eseguendo la respirazione diaframmatica. Sarebbe preferibile eseguirla, almeno inizialmente, con l’aiuto di un operatore che andrebbe via via a correggere eventuali asimmetrie del corpo ( testa inclinata da una parte, bacino ruotato o inclinato…). Puoi, però, fare attenzione al tuo corpo e correggere tu stesso/a eventuali posizioni alterate. In questo esercizio lo scopo è quello di allungare la catena muscolare posteriore.
In particolare voglio attirare la tua attenzione sui muscoli posteriori delle cosce, gli ischio crurali e darti delle informazioni che ti aiuteranno a capire come la loro rigidità o tensione derivi anche dal rapporto che hai con il passato.

Cosa intendo?
Prima di tutto ti occorre sapere che ogni muscolo ha un collegamento funzionale con un organo. Nel caso degli ischio crurali l’organo interessato è l’intestino crasso il quale fisicamente, ma anche metaforicamente ed emotivamente, ha il compito di lasciare andare ciò che non è più necessario. Quando questa funzione non è svolta in maniera corretta dal corpo e nella tua vita, ossia quando continui a trattenere ciò che non è più adatto a te, gli ischio crurali ne risentono perdendo elasticità e contribuendo così a creare quelle modifiche meccaniche che alterano la catena muscolare posteriore. Ed ecco arrivare i problemi di postura o altri sintomi fisici specifici.
Lo spiego meglio in questo esempio:
La contrazione di tali muscoli permette di portare tutta la coscia indietro come avviene quando in palestra, per rassodare i glutei, estendiamo la gamba posteriormente. Insieme al loro antagonista, il quadricipite (parte anteriore della coscia), gli ischio crurali ci permettono di camminare o correre. Perché il primo sia in grado di eseguire facilmente un passo fluido in avanti, è necessario che i secondi abbiano una buona elasticità e flessibilità.

NEL CORPO OGNI MUSCOLO HA UNA FUNZIONE SIMILE  A QUELLA  CHE  RAPPRESENTA METAFORICAMENTE NELLA VITA.

Le GAMBE sono il mezzo che abbiamo per "andare" e, a seconda di come "andiamo nella vita", nella stessa modalità contraiamo i muscoli che le muovono. Quando "andiamo avanti", nel presente o verso il futuro in maniera determinata e armoniosa, il quadricipite porta avanti la gamba contraendosi senza particolari problemi. Se, invece, qualcosa ci trattiene in questo procedere, se "vogliamo rimanere indietro" perché siamo ancorati al passato, allora gli ISCHIO CRURALI si irrigidiscono perdendo la loro flessibilità ed il loro range di movimento.
Il quadricipite sarà costretto a fare uno sforzo maggiore per spostare la gamba in avanti, reiterando nel tempo uno squilibrio che lo porterà ad indebolirsi. Quando nello stare nel presente o andare verso il nostro futuro ci costringiamo a portarci dietro il peso del passato, prima o poi una tendinite, infiammazione, dolore, distrazione, tensione che coinvolga tali equilibri muscolari ci fa capire quanto sia necessario LASCIARE ANDARE.

RICORDA: ora che sai quanto quello che vivi influenzi la salute dei muscoli puoi anche eseguire l’esercizio che ti ho descritto sopra con una consapevolezza e presenza diversa. Ciò vuol dire non limitarti ad una esecuzione puramente meccanica, ma fare in modo che la respirazione ti guidi nell’ascolto di ciò che accade dentro di te mentre mantieni quella posizione. Allungare con presenza i muscoli di cui ti ho parlato e avendo cura di porre loro attenzione potrebbe stimolare reazioni emotive anche solo appena accennate facilitando così l’allungamento meccanico. Il corpo ci parla spesso di cose che abbiamo paura di sentire, di ricordare, di affrontare. Sono nascoste lì, tra le fibre di un muscolo che ci fa male, nelle tensioni di un mal di schiena che non se ne va.

Prova ad eseguire gli esercizi con l’intento di ascoltarlo. Potresti sorprenderti dei risultati.


A cura di Tiziana Polli - Fisioterapista, Consulente di
Metamedicina e Radiesesista