Le emozioni sono delle risposte a stimoli interni o esterni, comportano reazioni
muscolari, momentanea variazione della frequenza cardiaca, della temperatura
corporea, cambiamento della frequenza del respiro. Hanno la funzione
fondamentale di farci reagire immediatamente di fronte un determinato stimolo o
evento, senza passare per la fase del ragionamento.
Alcuni esempi:
- Se state passeggiando tranquillamente in aperta campagna e all’improvviso, scorgete in lontananza dei grossi cani pastori, che corrono verso di voi abbaiando ferocemente, non vi mettete certo ad escogitare un piano per convincere quei grossi cani a tornare indietro, ma nel vostro cervello, appena vedete quei cani, l’amigdala da immediatamente avvio allo scatenarsi della paura, e in meno di un secondo vi ritrovate a correre più che potete e se troverete un riparo, vi ci infilerete senza discussioni. La paura è un’emozione che ci garantisce la sopravvivenza di fronte ad un pericolo, facendoci avere reazioni come attacco o fuga.
- Se vi trovate di mattina in un bar affollato, e state facendo la fila da un bel po’ per essere serviti, cosa accade, se vi accorgete che l’ultimo arrivato vi passa avanti? Vi arrabbiate, o meglio, provate rabbia immediatamente. Si serrano le mascelle, si contraggono i muscoli delle spalle e delle braccia, il respiro accelera. Poi, secondo il modo in cui di solito gestite la rabbia:
- Non fate nulla, mentre i muscoli si contraggono sempre di più, e nella mente si affacciano pensieri di guerra con qualche fantasia distruttiva, ma poiché non esprimete rabbia, questo vi rovinerà parte della giornata, perché piuttosto che esprimerla verso l’esterno, la rivolgete verso di voi, e probabilmente la sfogherete più tardi al lavoro, in famiglia, con un amico;
- Interpellate il ladro di posto con voce esageratamente alta e sguardo aggressivo, facendo valere le vostre ragioni, innescando una discussione;
- Chiedete con decisione al furbacchione di rispettare la fila e di mettersi dietro di voi, facendolo presente anche al barista, per essere serviti, giustamente, prima.
La rabbia è un’emozione che ci indica e ci può permettere di cambiare
qualcosa che non ci piace nel momento presente.
- È capitato a tutti di essere stati lasciati o di perdere una persona cara. Le lacrime scendevano, la testa piegata verso il basso, il desiderio di stare soli. Si stava provando tristezza. La vita era stata irrimediabilmente cambiata. La tristezza è quell’emozione che permette al nostro cervello di riorganizzarsi gradualmente, perché l’equilibrio precedente è andato perduto e ne deve trovare un altro. La tristezza ci permette di dare naturalmente spazio al dolore, fondamentale per trovare un nuovo senso alla vita.
- Quando s’incontra dopo tanto tempo una persona cui si vuole molto bene e che ce ne vuole altrettanto, un sorriso si forma nel volto, si grida, si ha il desiderio di abbracciarla. Si sta provando gioia. La gioia è quell’emozione che ci permette di celebrare eventi significativamente soddisfacenti e di goderne pienamente.
In definitiva ogni emozione ha una sua specifica funzione. Non esistono emozioni
positive o negative. Esistono le emozioni naturali, - alcune delle quali sopra
descritte - che ogni essere umano prova, e le emozioni parassite (come definite
dall’Analisi Transazionale), o distruttive (Dalai Lama; Daniel Goleman).
Le emozioni naturali sono quelle che si provano (e si esprimono) in eventi oggettivamente verificabili, che si manifestano nel momento presente.
Le emozioni distruttive si riferiscono a fantasie sul futuro o a ricordi del passato. Ad esempio:
Le emozioni naturali sono quelle che si provano (e si esprimono) in eventi oggettivamente verificabili, che si manifestano nel momento presente.
Le emozioni distruttive si riferiscono a fantasie sul futuro o a ricordi del passato. Ad esempio:
- m’immagino che una prova, un incontro, un esame, un lavoro, andrà male o malissimo e inizio a provare paura (ansia) ora, anche se quell’evento non si è ancora manifestato, e se non farò nulla per gestirla, ogni giorno aumenterà d’intensità;
- il partner mi dice la sua ennesima frase acida, e io reagisco con una rabbia furibonda (ira), che è la somma di tutte quelle volte che non l’ho espressa.
Quando non ci concediamo il permesso di provare pienamente ed esprimere
un’emozione naturale – per l’educazione ricevuta, per condizionamenti sociali –
questa non sparisce come per incanto, ma è stata bloccata e la prossima volta si
riaffaccerà con una potenza maggiore. A furia di reprimere le emozioni, queste le
rivolgiamo contro di noi e diventano distruttive, per se stessi e per le relazioni. I
famosi scatti d’ira, dire o fare cose in modo impulsivo, di cui dopo ci si pente
amaramente, sono alcuni esempi. Anche quando alimentiamo una paura infondata,
crescerà sempre di più. Tutto questo ha degli effetti controproducenti nelle
relazioni, in famiglia, nello studio, nel lavoro, nella propria autostima.
Diviene quindi necessaria la competenza emotiva, che permette di riconoscere
l’emozione che si sta provando, esprimerla in modo consensuale e umano, gestire le
emozioni (in modo che non diventino distruttive o disfunzionali), attraverso training
specifici basati sul rilassamento, sulla consapevolezza e sulle strategie che
permettono di “nominare per dominare” (Daniel J. Siegel) le emozioni di cui
facciamo esperienza.
Massimiliano Lucchetti
Massimiliano Lucchetti