Osteopatia e diaframma: quando lo stress influenza la nostra respirazione

«Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite. Nelle mani ho potere di vita e morte, imparate a conoscermi e siate sereni» così scriveva il padre dell’Osteopatia Andrew Taylor Still riguardo il diaframma toracico, il principale muscolo della respirazione.

Oggi si sa molto di più su questo speciale muscolo, ma di cui si parla davvero poco, oltre ad essere lo “starter” della respirazione, equilibra le pressioni intra-toraciche e intra-addominali, separando quindi la cavità addominale da quella toracica. Con un ritmo lento e regolare ha una funzione “massaggiante” sui visceri influenzandone molte funzioni fisiologiche.

Stiamo capendo quindi quanto sia importante questa sottilissima lamina a forma di cupola che contraendosi si abbassa e permette l’ingresso dell’aria nei polmoni e la pancia si gonfia, mentre rilassandosi si alza e permette la fuoriuscita dell’aria dai polmoni svuotandoli parzialmente. Poiché esso è collegato a molti organi se non funziona regolarmente può portare altri disturbi fisici: alcune cause come lo stress, la paura, l’ansia e la depressione ci portano a modificare il nostro modo di respirare. Inconsciamente tratteniamo il fiato riducendo gli atti respiratori dai normali 12-16 ai soli 8-12 movimenti e quindi sovraccarichiamo l’organismo che si adatterà alla nuova situazione utilizzando la muscolatura accessoria respiratoria come: i muscoli scaleni, il muscolo trapezio, lo sternocleidomastoideo etc.. provocando contratture cervicali e lombalgie dovute alla connessione posteriore con i pilastri del diaframma, disturbi gastrici e stitichezza.

Altre ricerche hanno sottolineato quanto nel tempo un cattivo funzionamento del diaframma porti ad un adattamento posturale alterato e viceversa come una cattiva postura limiti il funzionamento del diaframma stesso, per l’importanza che ha nell’equilibrio e nella corretta curvatura della colonna vertebrale. Pertanto di fondamentale importanza è valutare la nostra postura: ad esempio a lavoro se siamo molte ore seduti in avanti piegati sulla scrivania o davanti al pc, facciamo caso a come è posizionata la nostra colonna vertebrale, se i gomiti poggiano sulla scrivania, a come è posizionato il pc sulla scrivania, se è dritto davanti a noi, se verso destra o sinistra, e facciamo caso al nostro respiro, se è lento e regolare oppure corto e affannoso.

Un esercizio utile per capire come respiriamo è sdraiarsi sulla schiena in terra o sul letto posizionando una mano sulla pancia e l’altra sul torace, questo ci aiuterà a sentire come respiriamo. Inspiriamo lentamente con il naso e visualizziamo l’aria che scende direttamente nella pancia come se andasse a gonfiare un palloncino posizionato all’altezza dell’ombelico.

Sentiamo la pancia che si gonfia sotto la mano, mentre l’altra mano posizionata sul petto, rimane ferma il più possibile. Quando espiriamo apriamo la bocca e lasciamo uscire l’aria in modo passivo senza contrarre i muscoli addominali o inarcare la schiena.
Anche in questo caso la mano sul petto deve rimanere ferma. L’obiettivo è: nessun movimento del torace, ma solo della pancia.
Respiriamo bene in questo modo per almeno 10 minuti rimanendo sempre molto concentrati sulla corretta esecuzione dell’esercizio: inspiriamo dal naso – gonfiamo la pancia – senza muovere il petto – espiriamo con la bocca aperta.

I benefici di una buona respirazione?

Migliora l’ossigenazione nel sangue, migliora la qualità del sonno, migliora la digestione e l’eliminazione delle sostanze di scarto, migliora i movimenti e la performance sportiva, aiuta a rilassare il corpo.. e la mente!

Quindi, da quanto detto finora, possiamo ben capire come il diaframma in disfunzione può ripercuotersi pesantemente sul benessere globale dell’individuo.

 

L’Osteopata grazie ad un’attenta valutazione, può capire le cause di un alterato movimento del diaframma e ripristinarne il corretto funzionamento.

 

Giulia Silvi - Osteopata riceve il martedì

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